" La compagnia del lorno "

Il violino nella musica popolare parmigiana.

Intarsio (6K)

Nel libro "Le valli dei cavalieri" (Giuseppe Micheli, Parma 1915) si trova scritto che nella nostra provincia (Parma) non vi era sagra o funzione religiosa che non terminasse in un ballo; non matrimonio villereccio che non desse occasione alle danze. Le stesse fienagioni dei pascoli pių lontani, che si facevano in giorni determinati col concorso di molta popolazione, la battitura del grano erano festeggiate da popolari festini improvvisati qua e la all'arrivo del violinista, alla venuta del quale i giovanotti si erano bene assicurati. Cosė il violinista era diventato una istituzione. Tutti lo cercavano tutti lo volevano. Tanto che alcuni di essi traevano unicamente dell'opera loro di artisti la vita. [...] qualcuno recava seco religiosamente strumenti di valore, e non č raro trovare anche oggi (1915) nelle nostre case qualche "stradivario". Nessuno di essi ebbe studi, ma aiutati dalla naturale melodica disposizione dell'animo, riuscirono con la costanza a formarsi un repertorio copiosissimo e scelto, nel genere che la clientela richiedeva: autodidatti veramente ammirevoli composero, riproducendo forse i motivi di pezzi pių antiche giunti attraverso le veglie e le danze dei tempi giovanili, a colpire la loro fantasia. Ognuno dei nostri violinisti aveva qualche suonata di propria fattura...

    Ecco alcuni ritratti di violinisti parmigiani dell' Ottocento:

    Ballerini 1 (20K) Musici 2 (20K)

  • Mario Pianforini
  • Paolo Ilariuzzi