Ghironda a liuto modello Pajot

costruita da Marco B.

Intarsio (6K)

Ghironda (306K)

La ghironda è uno strumento musicale a corde sfregate, come il violino. Il suono, infatti, viene prodotto dallo sfregamento di più corde su una ruota in legno impeciato messa in rotazione da una manovella azionata dalla mano destra del suonatore. Con l'altra mano si agisce su una tastiera che, tramite particolari dispositivi, modifica la lunghezza libera di due corde destinate a produrre la melodia. Contemporaneamente oltre a queste vibrano anche diverse corde di bordone, che producono in continuazione la stessa nota di sottofondo e quattro corde che risuonano per simpatia. Ne risulta un suono molto simile a quello di una cornamusa.

Azionando la manovella con opportune variazioni dell’impugnatura, si possono ottenere effetti di staccato e di accompagnamento ritmico attraverso un tipico ronzio. Ciò costringe il suonatore a sincronizzare le due mani con movimenti poco naturali e non riscontrabili nell'uso di nessun altro strumento musicale.

ORIGINI E SVILUPPO

Non si conosce con esattezza l’età dello strumento, ma già l’abate Oddone di Cluny, il quale morì nel 942, dedicò ad esso uno studio. Il primo uso attestato è quello monastico in quanto questo strumento veniva certamente usato per guidare e sostenere il canto dei monaci.

Raffigurazioni di ghironde non si incontrano prima del XII secolo. In quest’epoca lo strumento era molto ingombrante (circa 1 m di lunghezza) e necessitava durante l’esecuzione di due suonatori: uno manovrava i tasti, l’altro azionava la manovella. Durante il XIII secolo la ghironda mutò completamente. Essa venne costruita abbastanza piccola da risultare leggera e portatile, in modo tale da richiedere un solo suonatore.

Nel ‘600 era divenuta oramai esclusivamente strumento popolare e diventò un tipico arnese di lavoro per cantastorie e mendicanti girovaghi fino a raggiungere il massimo della sua evoluzione quando venne utilizzata nelle corti francesi del XVIII secolo. Ovviamente l'ingresso a corte dello strumento popolare richiese un adattamento funzionale ed estetico consono alla nuova collocazione. La ghironda è tuttora utilizzata in diversi paesi dell'Europa per l'esecuzione di musiche della tradizione popolare, soprattutto da ballo. Anche nel nostro Appennino in passato c'erano alcuni suonatori di ghironda che si guadagnavano da vivere al suono di questo strumento. Questo è attestato, anche dalla ricca collezione di ghironde raccolte in varie fasi nelle vallate della nostra montagna dal maestro Ettore Guatelli e ancora conservate nel museo di Ozzano Taro a lui intitolato.

COSTRUZIONE

Lo strumento è stato costruito da Marco Bellini sotto l'attenta supervisione e con l'aiuto fondamentale del liutaio Lino Mognaschi di Colorno, maestro del corso di liuteria. Il modello costruito ricalca il disegno di un analogo strumento tuttora conservato nel museo Guatelli. Questo modello per la forma della cassa armonica, a guscio, è definita ghironda liuto ed è quello ancora in uso in Piemonte e nella Francia del sud. Seguendo un preciso criterio filologico, i materiali utilizzati sono quelli di una volta. Quindi legno di acero e di noce per le doghe della cassa armonica, legno di abete per la tavola armonica, ancora legno di acero per la tastiera, legno di bosso per i piroli, decorazioni in legno di ebano e osso. Le corde per lo più sono di budello animale. La costruzione, estremamente complessa, ha richiesto circa 25 mesi di lavoro e ha reso necessario l'utilizzo di molti attrezzi e di diverse macchine utensili.

Ricordi della lavorazione

Ghironda (306K)

Interno dello strumento

Ghironda (306K)

Incolliamo la tavola armonica

"Questa esperienza è stata molto importante perché mi ha permesso di recuperare una manualità che credevo in me perduta, di riavvicinarmi alla musica popolare e di appagare alcune mie curiosità su questo atipico strumento musicale"

Marco B.